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LE CHIESE DELL'ONSERNONE

Le chiese si estendono sul territorio della valle dell'Onsernone.
Mosogno, Chiesa di San Bernardo (chiesa parrocchiale)

Della chiesa di San Bernardo non esiste un documento di quando fu iniziata la sua costruzione, ma esisteva un complesso già nel 1596, dato che in quel tempo stavano ampliandola e nel 1665 vi fu la consacrazione della chiesa. In origine era senza campanile, senza cappelle laterali, senza coro e senza sacrestia. La cappella laterale a destra di San Giovanni fu costruita nella metà del 1600; quella di sinistra dell’Annunciazione nel 1613. L'altare maggiore e le balaustre sono del 1786, i banchi sono del 1827, gli stalli del coro, in castagno del 1897 e la volta fu costruita nel 1872 sostituendo l'antico soffitto in legno. Il pavimento del coro fino al 1897 fu in lastroni di sasso; a coprirlo vi erano le pietre secolari dei preti Giovanni Borga, Giacomo Peverada, Remigio Rima, Pietro Grassi, ora situate fuori dalla chiesa davanti alla porta e sul muro. In quell’anno il pavimento fu sostituito con le piastrelle. La statua di San Bernardo sopra l’altare maggiore è in legno, e molto antica. Nel 1930 la chiesa ebbe un intervento di pulitura e tinteggiatura.
La fede e la devozione dei Mosognesi fu sempre grande, basta osservare gli oratori presenti sul territorio (Neveria, Chiosso, Barione, Mosogno sotto) e le diverse cappelle. A tutt'oggi tutti gli arredi sacri e gli oggetti sacri (e sono molti) sono stati catalogati e numerati, classificati, dall'intervento della Protezione Civile e dei Beni Culturali.

Mosogno, Oratorio del Barione

Situato nella campagna del Barione, l’oratorio è dedicato alla natività di Maria, che cade l’8 settembre e ogni anno per la ricorrenza viene celebrata una messa. La storia dell’edificio inizia nel XVII secolo quando viene edificato senza le due cappelle laterali. La cappella di destra è stata fatta realizzare dalla famiglia Vanotti, quella di sinistra dal notaio Tommaso Rima nel 1767. Nella cappella di destra troviamo un quadro che rappresenta la Madonna del Monte Aigu, presso Reims. Riproduce il panorama del luogo e della storia dell’apparizione della Vergine e quella del concorso dei pellegrini a quel santuario. In fondo a destra, in grandezza naturale, reca il pio donatore all’età di 27 anni e lo stemma della famiglia Vanotti. Il quadro Vanotti porta la scritta a pennello: “R.F. Mignon pinxit a Valentenne 1707” – io Giovanni Wanot ho fatto fare per mia devozione nelle Fiandre anno 1707 (>>visiona link). La cappella Rima è dedicata alla Madonna di Re. Davanti a Lei sono pure rappresentati in venerazione sant’Ignazio di Loyola e san Luigi Gonzaga. Il quadro dell’altare maggiore è dono dei fratelli Francesco e Tommaso Rima nel 1791. Di notevole nell’oratorio ci sono due reliquiari a tempietto che risalgono al 1675 e furono donati da Romerio Darni e Francesco Ferrazzini.
Il campanile è del 1759, data scritta sull’architrave della porta. In origine aveva due campane, rottesi entrambe e non più rifuse. Per non lasciarlo muto, gli fu messa una campana dell’oratorio di Mosogno Sotto e una dell’oratorio del Chiosso. Sotto il pavimento dell’oratorio,
all’ingresso, nel 1677 fu costruita una tomba. In quel tempo i morti del Barione venivano tumulati nel sagrato.
(Natale Regolatti)




Mosogno, oratorio del Chiosso

L’oratorio è dedicato a S.Giacomo e nel 1693 esisteva già. Nel 1720 era pericolante, così subì diversi interventi. Il dipinto di
S. Giacomo che troviamo all’interno dell’oratorio, non manca di valore; in esso è rappresentato S. Giacomo in compagnia di S. Rocco prostrati davanti alla Madonna di Compostela. Inoltre vi sono altri dipinti: di S. Antonio, S. Giorgio e il drago, il dipinto della buona morte e diversi altri dipinti.
La piazzetta davanti all’oratorio, per concessione vescovile del 10 giugno 1693, servì già da cimitero. La torretta dell’oratorio nel 1553 aveva due campane, oggi ve n’è una sola.
S. Giacomo cade il 25 luglio, per la ricorrenza si celebra una santa messa.


Mosogno,Oratorio della Neveria

L’oratorio sorse verso il 1775 dove già vi era una piccola cappella. Sorse in quella che era l’unica via per recarsi a Intragna, Golino, Losone, Ascona e Locarno in quanto non c’era ancora l’attuale stradone ne l’antica strada delle Vose. Neveria era pertanto la porta e la chiave per transitare l’Onsernone superiore verso il Locarnese.
L’oratorio fu benedetto nel 1780 e tenuto in grande venerazione fino al 1859. Successivamente fu venduto per 600 franchi, il compratore s’accingeva a trasformarlo in stalla ma a lavori iniziati, in una notte, fu visto andare in fiamme. Dopo l’incendio divenne una spelonca, dove le capre si riparavano nelle notti e nei giorni di piogge. Nel 1880 il parroco don Giuseppe Cortella di Losone, scosse gli animi, ridestò gli antichi spiriti e riunì le volontà e le forze; grazie a tutta la gioventù del paese l’oratorio fu riaperto al culto e nel 1884 fu benedetto nuovamente. Il 16 luglio  è dedicato alla Madonna del Carmelo e ogni anno si celebra una santa messa.



Mosogno, Oratorio Mosogno di Sotto

L’oratorio fu eretto nel 1684 ed è il più grande degli oratori; le cappelle laterali gli danno forma di croce e le dieci finestre danno luce in abbondanza. Tre quadri sono di origine fiamminga, un vero tesoro artistico.  Quello dell’Addolorata (metri 5 x 2,50) fu fatto fare a Lilla e regalato dai fratelli Giacomo e Giuseppe Ganzinotti a gloria del Signore e della Beata Vergine nell’anno 1691. Quello di S. Guglielmo (metri 3 x 2) è dell’anno 1692 come quello di S. Antonio (metri 3 x 2). Nel 1704 fu istituita una confraternita e nel 1705 la confraternita contava 99 uomini e 332 donne di tutta la valle. La festa dell’oratorio era il venerdì di Passione e capitava di vedere 12 sacerdoti. In quell’occasione i devoti attingevano l’acqua alla vicina fontana, la si benediva in chiesa e la si custodiva a casa per poi ricorrervi religiosamente in ogni triste circostanza. Ancora oggi, il 15 settembre, giorno dell’Addolorata, è usanza benedire l’acqua e celebrare una santa messa. In origine la volta era di sasso, ma in una notte del 1890 la volta cedette, a causa della mancanza di soldi per il rifacimento. Volta che venne poi sostituita con un soffitto in legno. La torretta è del 1690.
Fin verso il 1940 davanti all’oratorio esisteva un magnifico abete bianco che misurava al piede 3 metri e di altezza 30 metri, sembrava una immenso ombrello. In una notte il vento impetuoso abbattè l’albero sulla chiesa e si rovinarono il soffitto, la campana, i banchi e alcuni quadri. Dopo lo sgomento iniziale, partirono le discussioni per la riattazzione, ma i mezzi finanziari erano pochi. Accordatisi con la Curia Vescovile si organizzarono raccolte fondi sia in valle che con il contributo del Cantone, della Pro Onsernone e della Commissione Cantonale opere d’arte. I lavori furono terminati il 6 maggio 1943 con grande festa per tutti.

Chiesa parrocchiale Russo, S.Maria Assunta

La chiesa parrocchiale di Russo, dedicata a S. Maria Assunta, è attestata dal 1365 ed è, dopo la matrice S. Remigio di Loco, la più antica della valle Onsernone. Dopo un primo ampliamento, avvenuto probabilmente durante il XV secolo, tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento l'edificio si arricchisce di quattro cappelle laterali dedicate alla 55. Trinità, S. Antonio, la Madonna del Carmelo e la Madonna Immacolata.La chiesa sembra aver sempre avuto un fonte battesimale ma non la relativa cappella. Fin dalla prima metà del XVIII secolo, il battistero si trova a sinistra dell'entrata principale, ove si vede tuttora. I primi decenni del Settecento un imponente campanile prende il posto dell'originario campaniletto a vela. Sullo scorcio dello stesso secolo, in un momento di generale prosperità, tutta la chiesa subisce radicali
trasformazioni. Il coro e la sagrestia vengono sopraelevati e raggiungono la volumetria attuale. Nuovi altari in marmo prendono il posto di quelli in muratura sia nel coro che nelle cappelle, le balaustre sostituiscono i cancelli, parte degli stucchi ed il tinteggio vengono rinnovati. All'esterno, motivi a finta architettura ed un nuovo finestrone arricchiscono la facciata. Nel 1911 l'artista Giovanni Samuele Meletta di Loco rinnova nuovamente il decoro pittorico intervenendo sia all'interno che all'esterno della chiesa e realizzando, in particolare, i grandi dipinti nel coro. Il restauro generale portato a termine nel 2003 ha permesso di eliminare le principali fonti di degrado, risanare gli elementi deteriorati e ridare allo spazio interno unitarietà e armonia, valorizzando in particolar modo le testimonianze più significative lasciate dagli interventi di fine Settecento ed inizio Novecento.

La cappella della Madonna del Carmelo
Attestata dal 1703, la cappella dedicata alla Madonna del Carmelo ha conservato l'altare e le balaustre in marmi policromi di fine Settecento
ed ha riacquistato, in occasione dell'ultimo restauro, le coloriture di quell'epoca. La scultura in legno dorato conservata nella nicchia dell'altare è databile al XVII secolo.
La cappella della SS. Trinità
Documentata anch'essa a partire dal 1703, la cappella della 55. Trinità è stata pesantemente trasformata nei primi decenni del Novecento con la posa di un nuovo altare ed il rifacimento del pavimento. Conserva però ancora due importanti testimonianze settecentesche: le balaustre in marmi policromi, che la accomunano alle altre cappelle, e la tela raffigurante la 55. Trinità con
Santi e anime del Purgatorio, citata nei documenti già a partire dal 1709.

La cappella della Madonna Immacolata
Di juspatronato della famiglia Garbani Moschini di Vergeletto, la cappella venne costruita nella prima metà del XVIII secolo e poi profondamente trasformata
attorno al 1785, quando giunsero dalle catacombe romane le spoglie di S. Vincenzo. A quegli anni risalgono il rifacimento degli stucchi e la posa delle balaustre .
e dell'altare in marmi policromi. Il dipinto murale della Madonna Immacolata è attribuibile ad Antonio Vanoni di Aurigeno (1896).
 

La cappella di S. Antonio
Edificata nella prima metà del Settecento, di quel secolo la cappella di S. Antonio ha potuto conservare unicamente le balaustre. L'altare in pietra, con scene della vita di Cristo scolpite a bassorilievo, è opera di Pierino Selmoni (1963).

Il coro
Nel coro, imponenti dipinti illusionistici realizzati da Giovanni Samuele Meletta nel 1911 (sulla volta a vela: lo Spirito Santo ed i quattro Evangelisti; sulla parete di fondo: finte architetture con colonnati e tendaggi; sulla lunetta absidiale: angelo con calice e balaustra) fanno da cornice alle importanti testimonianze lasciateci dagl i interventi settecenteschi. Fra queste ultime vanno citati, al centro, l'altare maggiore in marmi policromi datato 1780. Sulla parete di
fondo, racchiusa in una cornice in stucco molto aggettante, tela dell'Assunzione di Maria, donata attorno al 1750 da una famiglia Remonda di Vocaglia. Lungo le pareti laterali: stalli in noce con seggio presidenziale.

La facciata
La figura di S. Cristoforo che accoglie il visitatore sul sagrato, rappresenta la testimonianza artistica più antica della chiesa parrocchiale di Russo. Dipinta probabilmente poco dopo l'ampliamento quattrocentesco della chiesa, è databile alla seconda metà del XV secolo. A sinistra dell'immagine sono ancora riconoscibili le tracce del portone d'entrata della chiesa trecentesca. Sopra il finestrone quadrilobato che nei primi decenni del Settecento ha sostituito il primitivo oculo, vi è l'immagine di S. Maria Assunta, dipinta nel 1688 dal Pancaldi Mola di Ascona. Le finte architetture che ornano la facciata riprendono la decorazione settecentesca, di cui sono stati trovati
alcuni lacerti in occasione del restauro del 1997.

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